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Totò, il principe della risata

Oggi dedichiamo volentieri questo spazio al ricordo di uno dei personaggi più famosi d’Italia, un artista bello dentro e fuori che ha fatto ridere e piangere tutta Italia e non solo, colui che ha dato lustro alla città di Napoli ed all’Italia tutta con la sua magistrale arte, Totò. Definito da più persone molto simile a comici celebri come Buster Keaton o Charlot, Antonio De Curtis in arte Totò ha dato davvero tantissimo non solo al mondo del piccolo e del grande schermo del nostro paese, ma a quello della cultura in generale, grazie alle sue poesie, commedie, ed anche canzoni.

Sicuramente tra i maggiori interpreti della storia del cinema e del teatro del nostro paese, Totò è considerato in effetti uno dei simboli del mondo dello spettacolo in generale; sarà forse per quella sua espressione buffa dovuta alla particolare conformazione del mento (vistosamente spostato verso destra) provocata a quanto pare da un pugno ricevuto in età scolastica, o per la sua incredibile mimica facciale e corporale che usa in modo naturale quando recita, ma non c’è dubbio che Totò mette allegria soltanto a guardarlo in faccia, figuriamoci le emozioni che ha potuto regalare a chi lo ha visto al cinema o al teatro.

Biografia di Antonio De Curtis, in arte Totò

Era il 15 Febbraio del 1898 quando nel bel mezzo del Rione Sanità di Napoli, da molti considerato il centro della maggior parte delle attività malavitose napoletane, nacque Antonio De Curtis, destinato a diventare il simbolo del mondo dello spettacolo del nostro paese. Il principe della risata, titolo ad honorem che Totò si guadagnò sin da subito, nacque in una famiglia povera, ma dimostrò subito una grande vocazione artistica che preferiva nettamente allo studio.

Dopo le elementari fu iscritto al collegio Cimino, l’istituto dove, sembra in modo fortuito, fu colpito da un pugno da uno dei suoi maestri che ne cambiò letteralmente i connotati spostando il mento e parte del naso sulla destra, cosa che manco a farlo apposta si è rivelata poi dettaglio fondamentale per la sua carriera. All’età di 15 anni iniziò a frequentare qualche piccolo teatrino di periferia e non tardò ad essere anche scritturato per qualche ruolo di secondaria importanza; proprio in uno di questi teatrini scalcinati, Totò incontrò per la prima volta personaggi del calibro di Eduardo e Peppino De Filippo, altri due mostri sacri del palcoscenico.

L’esordio e i suoi primi varietà

Nel periodo della Prima Guerra Mondiale, Totò si arruolò come volontario nell’Esercito, dislocato prima a Pisa ed in un secondo momento a Pescia; fu proprio sotto le armi che nacque una delle sue battute più celebri, ovvero quel ‘Siamo uomini o caporali?’ diventato in seguito un vero e proprio motto. Finito il servizio di leva, Totò si vide costretto ad esibirsi in piccoli teatrini in cambio di pochi spiccioli, e spesso non aveva neppure i soldi per prendere il tram che lo portava al teatro dove doveva lavorare.

Decise di esibirsi da solo, e si presentò al direttore del teatro Ambra Jovinelli per fare un colloquio con il capocomico; il provino andò bene, e Totò fu scritturato come maschera, riscuotendo immediatamente grandi consensi da parte del pubblico. Fu in effetti tra il 1923 ed il 1927 che il principe della risata iniziò ad essere contrattato con una certa continuità, ed anche il livello dei locali che lo richiedevano salì notevolmente, tanto che l’attore ebbe finalmente la possibilità di potersi anche rinnovare il guardaroba, cosa che a causa della costante mancanza di denaro, non faceva da anni.

La carriera cinematografica di Totò

Totò aveva grande successo con le donne, e si guadagnò presto l’appellativo di ‘sciupafemmine’ proprio perché erano frequenti le sue avventure con ballerine e sciantose del mondo del varietà; smise di fare il ‘farfallone’ quando nel 1928 conobbe Liliana Castagnola, attrice teatrale e ballerina espulsa dalla Francia per aver indotto al duello due marinai, uno dei quali, in preda ad un forte attacco di gelosia, si tolse la vita dopo averle sparato due colpi di pistola ferendola al volto.

Fu proprio dopo la precoce morte della sua amata che la vita di Totò cambiò improvvisamente; dapprima nel 1932 diventò capocomico di un gruppo artistico di avanspettacolo, poi nel 1935 debuttò finalmente nel mondo del cinema, interpretando il suo primo film dal titolo Fermo con le Mani sotto la direzione di Gero Zambuto. Da allora in poi l’elenco di ciò che ha fatto Totò tra cinema, teatro, televisione e varietà è andato ampliandosi smisuratamente; più di 100 films, e ben 40 rappresentazioni teatrali portate in giro per tutta Italia, senza contare le tantissime partecipazioni televisive e le opere che ha diretto come sceneggiatore. Un grande uomo, maestro di scena e di vita.